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La tifoseria di Treviso
Il Treviso Football Club, fondato originariamente nel 1909, rappresenta una delle realtà calcistiche più significative del panorama veneto.
La storia della sua tifoseria si intreccia profondamente con le vicende sportive e sociali della città di Treviso.
Attraverso periodi di gloria e momenti di difficoltà, i sostenitori biancocelesti hanno mantenuto un legame indissolubile con la squadra, dimostrando una passione che trascende i risultati sul campo.
L'articolo esplora l'evoluzione dei gruppi organizzati, le tradizioni, gli episodi salienti e le figure emblematiche che hanno segnato la storia del tifo trevigiano nel corso degli anni.
Gli albori della tifoseria trevigiana

La passione calcistica a Treviso iniziò a manifestarsi nei primi anni del Novecento, parallelamente alla fondazione del club nel 1909.
I primi sostenitori si riunivano principalmente presso locali storici della città, come testimoniato dalla ricostituzione della squadra nel 1913 presso la trattoria Boschero di via Barbera.
Durante questi anni pionieristici, il tifo era caratterizzato da un'atmosfera goliardica e familiare, lontana dalle forme organizzate che si sarebbero sviluppate nei decenni successivi.
Il legame tra la città e la squadra si consolidò gradualmente, trovando nella comune identità trevigiana un elemento unificante.

Principali luoghi di aggregazione dei primi tifosi:
  • Trattoria Boschero (Via Barbera)
  • Piazza dei Signori
  • Aree limitrofe allo stadio cittadino
  • Circoli ricreativi locali

L'evoluzione del tifo organizzato
La trasformazione del supporto spontaneo in forme di tifo organizzato avvenne principalmente tra gli anni '70 e '80, seguendo un trend nazionale che vide la nascita del fenomeno ultras in tutta Italia.
A Treviso, la "Curva Sud" divenne il settore di riferimento per i sostenitori più accesi, sviluppando nel tempo una propria identità distintiva.

La formazione dei primi gruppi ultras portò all'elaborazione di coreografie, canti e simboli identificativi che contribuirono a creare un senso di appartenenza condiviso.
Il tifo organizzato trevigiano ha attraversato diverse fasi, influenzate tanto dai risultati sportivi quanto dalle dinamiche sociali e culturali che hanno caratterizzato la città.

La figura di Fabio Di Maio nella storia del tifo trevigiano
Un capitolo fondamentale nella storia della tifoseria trevigiana è legato alla figura di Fabio Di Maio, ultras scomparso il 1° febbraio 1998 al termine dell'incontro Treviso-Cagliari per arresto cardiaco, secondo la versione ufficiale.

La sua morte ha profondamente segnato il movimento ultras locale, tanto che la curva è stata successivamente intitolata a lui, prendendo il nome di "Curva Di Maio".
Ogni anno, nell'anniversario della sua scomparsa, i tifosi della Curva Sud organizzano commemorazioni e iniziative in suo ricordo, mantenendo viva la memoria di una figura divenuta simbolica per il tifo organizzato trevigiano.

Nel ventesimo anniversario della sua morte, avvenuto nel 2018, la tifoseria ha organizzato eventi commemorativi particolarmente sentiti e partecipati.

L'apice sportivo: il tifo durante la stagione in Serie A
La promozione del Treviso in Serie A, avvenuta nella stagione 2004/2005, ha rappresentato indubbiamente il momento di massimo splendore per la tifoseria biancoceleste.
Durante questa storica annata, l'entusiasmo dei sostenitori raggiunse livelli mai visti prima, con un incremento significativo delle presenze allo stadio e una maggiore visibilità mediatica.

Nonostante l'epilogo amaro, culminato con l'immediata retrocessione, la stagione in massima serie rimane nella memoria collettiva come un periodo di straordinaria passione e orgoglio cittadino.
I tifosi trevigiani, malgrado i risultati spesso deludenti, mantennero un supporto costante, dimostrando attaccamento ai colori sociali anche nei momenti più difficili.

Statistiche presenze allo stadio durante la stagione in Serie A:
8.000 vs Milan
12.500 vs Juventus
circa 7.000 vs Inter
vs Venezia 800

La lotta contro il razzismo: un episodio emblematico
Tra gli episodi più significativi nella storia della tifoseria trevigiana spicca la protesta contro il razzismo avvenuta in supporto del giocatore nigeriano Akeem Omolade.
In risposta agli atteggiamenti discriminatori manifestati da alcuni elementi della tifoseria nei confronti del giovane attaccante, i compagni di squadra e la maggioranza dei tifosi misero in atto una forma di protesta pacifica ma efficace.

Questo episodio è rimasto nella memoria collettiva come un momento in cui il Treviso e la sua tifoseria hanno saputo prendere posizione contro fenomeni di intolleranza, guadagnandosi rispetto anche al di fuori dell'ambito sportivo.

La vicenda di Omolade evidenzia come le dinamiche del tifo possano talvolta trascendere l'aspetto puramente sportivo per abbracciare tematiche sociali più ampie.

Relazioni con altre tifoserie: rivalità e gemellaggi
Nel corso della sua storia, la tifoseria del Treviso ha sviluppato rapporti di varia natura con i sostenitori di altre squadre, oscillando tra accese rivalità e solidi gemellaggi.
Dalle informazioni disponibili emerge un particolare "feeling" tra gli ultras trevigiani e quelli comaschi, testimonianza di un rapporto di amicizia tra le due tifoserie.

Particolarmente sentite risultano essere le sfide con squadre geograficamente vicine, come il Venezia e il Mestre, che assumono spesso i connotati di derby regionali carichi di tensione.
Un episodio significativo si è verificato nel 2023, quando si sono registrati scontri in occasione del derby tra Treviso e Mestre, culminati in un'aggressione ai danni dei tifosi mestrini e nel successivo intervento delle forze dell'ordine.

Principali rivalità della tifoseria trevigiana:
  • Venezia (derby regionale)
  • Mestre (derby provinciale)
  • Padova (rivalità storica veneta)
  • Verona (rivalità regionale)

Gemellaggi e rapporti amichevoli:
  • Como (rapporto di "feeling" storico)
  • Roma (alleanza tra curve documentata dal 2017)

Crisi societarie e risposta della tifoseria
La storia recente del Treviso Football Club è stata segnata da diverse crisi societarie che hanno messo a dura prova la fedeltà dei sostenitori.
Nel 2017, un comunicato firmato dai tifosi esprimeva il disappunto per la gestione societaria con le parole: "Arrivati probabilmente al punto più basso della nostra storia pluricentenaria, ci vediamo costretti a prendere una posizione".

La situazione si è ulteriormente complicata nel 2018, quando il passaggio della società al presidente Stefano Realini ha provocato forti tensioni, culminate nella decisione di parte della tifoseria di abbandonare temporaneamente il supporto alla squadra.
Malgrado queste difficoltà, il nucleo storico dei sostenitori ha continuato a seguire le sorti del club, dimostrando un attaccamento che trascende le vicissitudini societarie.
L'identità visiva e i simboli del tifo
L'identità del tifo trevigiano si manifesta attraverso colori, simboli e tradizioni specifiche che si sono consolidate nel tempo.

I colori sociali biancocelesti rappresentano l'elemento visivo più immediato attorno a cui si aggrega il sentimento di appartenenza dei tifosi.
Lo stemma storico del club, risalente alla fondazione nel 1909 e poi ereditato dal Treviso Football Club 1993, costituisce un altro elemento identitario fondamentale, tanto che nel 2019 ha suscitato preoccupazione tra i tifosi la notizia di una possibile perdita di questo simbolo storico.
Le coreografie, gli striscioni e i canti della curva completano il quadro degli elementi distintivi attraverso cui la tifoseria esprime il proprio sostegno alla squadra.

La tifoseria nell'era dei social media
L'avvento dei social media ha trasformato profondamente le modalità di aggregazione e comunicazione della tifoseria trevigiana.
Gruppi come "El Treviso col baeon", con oltre 9360 follower su Facebook, rappresentano nuove forme di aggregazione virtuale che affiancano le tradizionali modalità di supporto dal vivo.
Le piattaforme digitali hanno permesso di mantenere vivo il senso di comunità anche nei momenti di maggiore difficoltà societaria, fungendo da spazio di confronto e organizzazione per i tifosi.

Parallelamente, i social media hanno amplificato la risonanza di iniziative, proteste e celebrazioni, conferendo alla tifoseria una visibilità precedentemente impensabile.

La situazione attuale: tra Serie D e speranze di rinascita
Attualmente il Treviso milita in Serie D, la quarta divisione del calcio italiano, lontano dai fasti della Serie A vissuti nel 2005.
La tifoseria, sebbene ridimensionata rispetto ai periodi di maggiore successo, mantiene un nucleo di sostenitori fedeli che continua a seguire la squadra con passione.

Le aspettative dei tifosi sono rivolte principalmente a una gestione societaria stabile che possa garantire un futuro sereno al club e, possibilmente, un graduale ritorno verso categorie più prestigiose.
L'espressione "È ora di tornare", utilizzata anche come titolo di una pubblicazione dedicata alla storia del club, sintetizza efficacemente il sentimento prevalente tra i sostenitori biancocelesti.

La tifoseria del Treviso
La storia della tifoseria del Treviso Football Club riflette un percorso fatto di passione, delusioni e momenti di gloria che ha accompagnato le vicende sportive della squadra.
Dalla fondazione nel 1909 fino ai giorni nostri, il supporto dei tifosi ha rappresentato una costante, adattandosi alle mutevoli fortune del club ma mantenendo intatto il senso di appartenenza ai colori biancocelesti.
Figure simboliche come Fabio Di Maio, episodi significativi come la lotta contro il razzismo e l'indimenticabile stagione in Serie A costituiscono tappe fondamentali di un percorso collettivo che trascende la semplice dimensione sportiva.

La capacità di resistere alle crisi societarie e di mantenere viva la passione anche nei momenti più difficili testimonia la profondità del legame tra la città di Treviso e la sua squadra di calcio.

La tifoseria trevigiana, pur con le sue luci e ombre, rappresenta dunque un patrimonio culturale e sociale che va oltre i confini dello stadio, incarnando un senso di identità condivisa che continua a evolversi nel tempo.
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